San Isidro 2019: dieci date da annotare

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(ph) Luigi Ronda - Las Ventas

Saranno in vendita a partire dalla mezzanotte di questa sera, sulla taquilla online del sito ufficiale di Las Ventas, i biglietti singoli e ancora liberi per i trentaquattro spettacoli che compongono la feria di San Isidro 2019. Trentaquattro pomeriggi di tori sono un volume smisurato che attiene più alla incontrollata bulimia che alla programmazione illuminata di un’arena, e che pure nel caso della plaza de toros più importante del mondo significa la perdita della misura. Trentaquattro paseillos consecutivi pretendono pazienza e sacrificio masochista nel pubblico, diluiscono la ilusión sparpagliandola qua e là, cedono ai capricci delle figuras, antepongono la quantità alla qualità, cosa che in tauromachia è un’aberrazione. E va a finire che a Madrid ti ritrovi, in piena feria, una corrida di Zalduendo.

Da questa notte in ogni caso sarà possibile digitare le coordinate della propria carta di credito e mettersi in tasca le entrate per le corride della feria madrilena: del cartel di San Isidro si è già detto tanto sulla stampa e in rete, balza in ogni caso all’occhio anche dell’aficionado meno attento che la presunta e pretesa rivoluzione annunciata da Simon Casas, alla sua terza stagione alla guida di Las Ventas, è ancora lontana da venire. Nel complesso, una feria dai toni mediocri.

Risparmiandoci dunque un’analisi puntuale e completa dell’intero ciclo, dedichiamoci all’esercizio ludico e finalizzato a non altro che la pura speculazione di scegliere 10 corride 10 su cui puntare. Non dimenticando che, come ben sa ogni singolo granello di sabbia di ogni singola arena sparsa per il mondo, i tori sono come i meloni: finché non li apri non saprai mai come sono davvero. Alla cieca, dunque, dieci corride da vedere, snocciolate in ordine di calendario.

Mercoledì 15 maggio – Fuente Ymbro (Finito de Córdoba, Diego Urdiales, Miguel Angel Perera). Nel giorno di Santo Isidoro due nomi che da soli, associati nello stesso cartel, valgono l’acquisto del biglietto: Fuente Ymbro in un momento di grazia e titolare di alcuni esemplari che hanno marcato le più recenti stagioni nella capitale, e quel Diego Urdiales che a ottobre ha messo sottosopra la cattedrale di calle Alcalà. Completano la terna un Finito redivivo (vedi Valencia) e un Perera da sempre in sintonia con i tori di mister Gallardo. Si parte forte.

Mercoledì 22 maggio – Parladé (El Cid, López Simón y Roca Rey). Parladé a Madrid ha funzionato in più di un’occasione, López Simón ha come biglietto da visita le cinque uscite in trionfo a Las Ventas e Roca Rey quest’anno ha sul groppone, per meriti propri, tutto il peso della feria. Ma soprattutto per El Cid, che si congederà dal pubblico di Madrid lasciando nel pubblico di Madrid ricordi che dureranno.

Sabato 25 maggio – Pedraza de Yeltes ( Octavio Chacón, Javier Cortés e Juan Leal). Che sia questo l’anno in cui i tori rossi esploderanno finalmente anche a Madrid? A soli otto anni dalla prima corrida combattuta (Azpeitia, agosto 2011), in tasca alcuni successi clamorosi in terra francese, Pedraza de Yeltes non ha ancora convinto lì dove più che altrove conta convincere: Chacón jefe de lidia e il coraggio incosciente di Leal per un pomeriggio che ha motivi di interesse diversi.

Mercoledì 29 maggio – Victorino Martín (Octavio Chacón, Daniel Luque e Emilio de Justo). Facciamo finta di non vedere il nome di Luque sul manifesto, presenza incomprensibile la sua, e rimaniamo con la suggestione di una corrida a celebrare i cento anni dell’encaste albaserrada, affrontata per di più da due toreri rigorosi e autorevoli come Chacón e de Justo. Il botteghino farà dei buoni affari in questa giornata, Victorino presenterà un encierro ben selezionato.

Giovedì 30 maggio – Adolfo Martín (Manuel Escribano, Román e Roca Rey). Qui invece il botteghino salterà proprio per aria. Pienone assicurato già da quando la manina pescò nell’urna il nome del tronitruante peruviano da affiancare ai grigioni di Adolfo. A essere severi, l’unico vero piatto appetitoso in un menù (la feria) articolato ma mediocre. Riuscirà Roca Rey a imporre il suo toreo generoso e esplosivo alla (sperabile) casta viva degli adolfos? Occhio anche a Román.

Venerdì 7 giugno – Alcurrucén / Lozano Hermanos (Antonio Ferrera, Diego Urdiales e Ginés Marín). Ed è subito Bilbao: quanti aficionados baschi arriveranno nella capitale per ritrovare di nuovo don Diego di fronte ai tori di Alcurrucén, dopo i trionfi storici raccolti dal riojano sulle loro terre proprio affrontando questo ferro?

Domenica 9 giugno – Baltasar Ibán (Curro Díaz, Emilio de Justo ePepe Moral ). Un signor cartel, poco altro da dire. La collocazione domenicale aiuterà a guarnire le gradinate, il toreo fiorito di Díaz e la lidia classica di de Justo a disposizione di una ganaderia che attraversa un momento speciale. Gran tarde, sulla carta.


Martedì 11 giugno – Valdellán (Fernando Robleño, Iván Vicente e Cristian Escribano). Le bariste dei tendidos avranno tempo di pistolare sugli smartphone, giù nei gabbiotti si staccheranno pochi biglietti e insomma l’arena sarà più che altro intima. Ma attenzione a Valdellán, c’è il rischio di vedere una corrida di tori.

Giovedì 13 giugno – Cuadri (Rafaelillo, López Chaves e Octavio Chacón). Celestino Cuadri confessava che la sua grande paura fosse che le figuras si interessassero ai suoi tori: vedono prima di tutti gli altri la decadenza della casta, sosteneva, anche prima di noi allevatori. Sarebbe stato un pessimo segno. Per ora niente timori: i tre uomini del giorno sono gladiatori abituati al machete più che al fioretto. E a Cuadri si perdonano anche i recenti e deludenti passaggi da queste parti.

Sabato 15 giugno – Victoriano del Río / Toros de Cortes, Corrida de la Cultura (Sebastián Castella, Paco Ureña e Roca Rey). Cartelazo, cartelazo. Castella più volte trionfatore a Madrid, Roca Rey che domina ormai da anni sbranando tutto e tutti e poi, beh, Ureña. Se i Victoriano tengono non ci sarà da annoiarsi. Gran cartellone capace di mettere d’accordo ogni settore dell’
afición . Cinque pomeriggi come questo, cinque pomeriggi di tori tori, tre novigliade e due date per i cavalli: basterebbero quindici giornate a Madrid per giustificare il suo status di regina delle arene.

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