Padilla annuncia il ritiro

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(ph) getty images

Questa mattina Juan José Padilla ha annunciato in conferenza stampa che la stagione 2018 sarà l’ultima della sua carriera: sarà la venticinquesima temporada per il Ciclone di Jerez che armerà la spada alla Magdalena di Castellon e si taglierà il codino a Saragozza in ottobre.

Venticinque anni di battaglie ovunque per le arene di mezzo mondo, due decenni di corride dure e maligne affrontate con quel contagioso entusiasmo e con molte concessioni alla teatralità, qualche lustro a toreare fanfarone e valoroso e quella giornata drammatica di Pamplona, quando il corno di un Miura lo trafisse in pieno collo.

Fino all’ottobre 2011, alla Misericordia. L’occhio enucleato, l’angoscia in diretta, il miracolo insperato della vita. E alla resurrezione quella lezione innaturale di coraggio e serietà, devozione e grandezza: “Che l’aficion non abbia pena per questo torero: lotterò l’inverosimile per vestirmi di nuovo da torero, perché è questo il mio sogno. Ci rivedremo all’arena.” Quelle parole la faena migliore della sua vita.
Padilla qualche mese dopo si vestì di verde e nero e tornò di fronte a un toro: fu a Olivenza, in un pomeriggio carico di emozione e commozione.

L’anno prossimo saremo in tanti a sbirciare tra i programmi delle ferias, individuare quella buona e andare ad applaudire grati l’ultimo giro di pista del Pirata.

 

 

2 COMMENTI

  1. La prima volta che mi sono avvicinata alla corrida è stato nel 2015, durante un periodo di studio a Saragozza. Della mia permamenza in Spagna sapevo per certo una cosa: volevo andare ai tori. Non c’era una spiegazione logica se non l’amore per la conoscenza, non sapevo nulla di corrida e soprattutto non avevo un’opinione in merito, a differenza di tanta gente intorno a me che la giudicava (e la giudica) senza saperne nulla.. Prima di entrare per la prima volta nell’arena però volevo arrivare preparata, saperne qualcosa in più, conoscere i toreri, e fu così che mi imbattei nella storia di Padilla. Come non esserene colpiti? In un attimo decisi: la mia prima corrida sarebbe stata una corrida con Juan Jose Padilla. Era il 13 ottobre 2015. Esistono parole adatte per descrivere la sensazione? L’unica che ora mi viene in mente è “flechazo”, come si dice in spagnolo. Per Padilla, per i tori, per questo mondo che sembra così distante da noi ma che quando lo scopri, e ti ci appassioni, diventa parte del tuo essere. Grazie Maestro. Ci vediamo a Saragozza nel 2018, là dove tutto per me ha avuto inizio.

  2. Anche per me la prima corrida intrecciata con Padilla: quel lontano venerdi 13 ottobre del 2000, anno in qui -studente a Bologna- installamo una parabola e vidi su TVE internacional la mia prima corrida dal vivo da Zaragoza: tori di Cebada Gago e Padilla come 3 espada. Non riccordo esatamente cosa successe in quella corrida (per lo piu a causa del agitazione/gioia interna di vedere finalmente una corrida intera) ma quella sera diventai Padillista ed anche se durante gli anni apprezai meglio il lavoro e l’arte di altri toreri, il Ciclone di Jerez sara´sempre il mio preferito!!!

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