Un encierro per Tex

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S’intitola Attentato a Montales il numero della serie classica di Tex in edicola a novembre. Gli appassionati conoscono bene l’integerrimo Montales, governatore del Chihuahua. In questa occasione vittima di intrighi e tentativi di sostituirlo che chiamano in causa Tex e i suoi pard.

La sorpresa è ritrovare scene taurine che da un po’ di tempo avevamo dimenticato. I disegnatori e gli sceneggiatori di Tex si sono sempre contraddistinti per la cura e l’attenzione, nonché una certa forma di rispetto, verso le tradizioni tauromachiche americane e latine.

In questo caso, Ruju e Biglia ci lasciano un po’ sognare con la passione (in verità non completamente ortodossa) di un allevatore di nome Aguilar. “Li vedo nascere, li cresco con amore e faccio avere loro ogni genere di cura”. Sono parole assolutamente scontate per chi conosca la dedizione dei ganaderos di tori da combattimento.

Aguilar però coltiva ben altri interessi oltre alla sua afición (passione che – anche in questo caso come spesso capita – ha che fare prevalentemente con sua maestà denaro: “mucchi di pesos” per la morte di ciascun toro…). Si tratta di interessi oscuri che sarebbe ingiusto raccontare a chi ancora deve procurarsi l’albo.

Nessun tipo di anticipazione invece rispetto alla scena con cui Aguilar si troverà a fare i conti. Una sorta di encierro al contrario, in cui Tex, come sempre, saprà trovare la giusta morale. Ma, morale e texofilia a parte, quel che vivremo ha il sapore hemingwayano delle scene magnifiche descritte in Fiesta, quando “tanta gente correva davanti ai tori che nel passare il cancello d’ingresso dell’arena la massa divenne compatta rallentando, e quando i tori sopraggiunsero, galoppando uniti pesanti polverosi, roteando le corna, un toro colpì davanti a sé, raggiunse nel dorso uno della folla che correva e lo lanciò in aria. Le sue braccia erano aperte in fuori e la testa si piegò all’indietro quando il corno entrò, e il toro lanciò in aria l’uomo e lo lasciò cadere. Il toro prese di mira un altro uomo che correva avanti, ma l’uomo scomparve nella folla…”

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Matteo Nucci (Roma, 1970) è scrittore, oltre che aficionado. Negli anni Novanta a El Espinar, durante una notte interminabile, vide vaquillas correre nella plaza. Era l'inizio della febbre tauromachica

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