Cancellare il toreo comico

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Questo articolo è uscito su Repubblica che ringraziamo.

La Spagna è di nuovo alle prese con il peso delle sue tradizioni. Stavolta a finire al centro del dibattito è una forma di spettacolo popolare molto vicina al mondo della corrida che, essendone quasi una parodia e facendone spesso da introduzione, mette in scena interazioni comiche tra vitelli e protagonisti umani, quasi sempre interpretati da persone affette da nanismo.  

Il toreo cómico o “Bombero torero”, dal nome di una delle sue più antiche compagnie risalenti agli anni Trenta, presto potrebbe essere vietato in Spagna così come deciso dal Governo che ha appena approvato in Senato un progetto di legge che si allinea con le direttive europee in difesa dei diritti dei disabili, proibendone le vessazioni. 

Un iter lungo e molto sentito nel Paese anche grazie all’impegno di alcune associazioni come Cermi, Comité Español de Representantes de Personas con Discapacidad, che a Repubblica, attraverso la presidente dell’Andalusia Marta Castillo spiega: “Sono spettacoli che denigrano le persone con acondroplasia finendo per insegnare ai più piccoli a ridere di questa categoria. Alla quale appartengo anche io. So cosa succede quando passiamo davanti ai bambini: ridono di noi perché è stato insegnato loro che possono farlo”. 

“Non ridono di noi, ridono con noi”, risponde al telefono Daniel Calderón, 41 anni, presidente dell’associazione Diversiones en el ruedo y su enanitos toreros che dal 2015 si occupa di organizzare spettacoli di toreo cómico nei quali lavora come torero. “Questo mantra dell’irrisione non è vero, la gente ci ammira perché abbiamo un lavoro dignitoso che ci fa vivere e mantenere le nostre famiglie. Togliercelo è un sopruso”, aggiunge Calderón. “Sono un disabile non un inabile, sono maggiorenne e nel pieno delle mie capacità fisiche e mentali. Per questo mi sento come un lavoratore qualsiasi. Prima di essere un disabile sono un torero, un artista e un comico”.  

Una voce che rappresenta il parere dei circa 180 lavoratori del toreo cómico in Spagna, dei quali soltanto cento ancora attivi nei pochi spettacoli che precedono le corride dei tori – quest’anno ne sono stati organizzati soltanto due, cinque nel 2022 e undici nel 2021 – e le tante feste private. L’ultimo spettacolo organizzato nell’arena de Las Ventas di Madrid è stato cancellato lo scorso settembre dopo le proteste delle associazioni per i diritti dei disabili e le scarse vendite, soltanto 37 biglietti.  

Molti dei toreri con nanismo svolgono già da tempo altri mestieri – “come potrei pagare un affitto altrimenti?” – si domanda Calderón – e sul tema il Cermi ha avviato già da tempo delle politiche di sostegno. “Abbiamo elaborato un programma di occupazione con un percorso di inserimento personalizzato che crei per ciascuno di loro un’altra professione”, spiega Castillo. Peccato però che questi toreri non vogliano saperne. “Quello che lede veramente la mia dignità non sono le risate del pubblico ma il fatto che mi venga tolto il mio lavoro per darmi un sostegno mensile di 400 euro”, ribatte Calderón.  

Quando il progetto di legge tornerà al Congresso per l’approvazione definitiva “saranno vietati tutti quegli spettacoli o attività ricreative nei quali si utilizza una persona disabile per suscitare lo scherno da parte del pubblico in una forma che va contro il rispetto della dignità umana”, dice il testo votato in Aula. Così a finire al bando non saranno soltanto gli show di toreo cómico. “Ci sono aziende private che organizzano addii al celibato offrendo tra i loro servizi anche l’”affitto di un nano””, aggiunge Castillo. 

E se per alcuni quello degli show erotici è un business denigrante da debellare, per altri il toreo cómico merita tutto il rispetto delle tradizioni popolari. “Forme di tauromachia comica esistono da sempre. Perché da sempre l’essere umano affianca alla tragedia la commedia – così lo scrittore Matteo Nucci, studioso e appassionato di tauromachia che al tema ha dedicato il libro “Il toro non sbaglia mai” (Ponte alle Grazie, 2011) – Si tratta di divertire e far rilassare il pubblico. Ma, come per qualsiasi forma di commedia, il gioco è molto serio. Tanto che parecchi toreri tragici imparano dai toreri comici. Come il grandissimo Manolete”. E poi aggiunge: “Questo progetto di legge pretende di difendere una minoranza e di fatto la discrimina. È l’orrore a cui porta il politicamente corretto, il puritanesimo protestante che si prende anche il Mediterraneo. È anche il segno della decadenza e del vuoto a cui si sono consegnate le nostre sinistre, facendo evidentemente il gioco dei bulli del sovranismo”. 

Il dibattito sul lato comico della corrida finisce così per anticipare il dibattito sul futuro del suo lato tragico, dopo che il divieto votato nel 2010 in Catalogna e il Covid hanno indebolito fortemente il settore mettendolo in crisi. “I partiti anti-taurini stanno cercando di cancellare la tauromachia dalla Spagna e iniziano da noi. Quale questione di dignità, vietano i nostri spettacoli perché vogliono vietare la corrida”, così Calderón.  

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