Tori, caccia, lotta alla correttezza politica non sono temi di destra o di sinistra.
In queste pagine lo abbiamo ripetuto molte volte.
L’infantilismo, l’animalismo antiumanista, il mito della semplicità e di una superficiale pulizia delle apparenze rappresentano aspetti di quella malattia che corrode lo spirito dell’Occidente opulento.
Ma quanto male fa cedere alcuni temi, per quanto complessi (e spesso deturpati dalla grettezza), a una parte politica?
Forse se lo sta chiedendo qualcuno oggi, in Spagna, all’indomani di queste nuove elezioni?
Assecondare la superficialità di giudizio, incapace di fare i conti con la complessità del reale, è uno dei mali su cui molti politici oggi dovrebbero riflettere.
Per il bene comune e non solo per i tori. Ché poi i tori sono bene comune. Sarebbe il caso di cominciare a ripeterlo ovunque. Sfidando il senso comune dell’ignoranza. Mettendo in questione il pregiudizio della correttezza. Tanto presuntuoso da ergersi a giudice. Certo di possedere la verità laddove la forza del pensiero cresciuto da Socrate a oggi non è altro che la critica, il dubbio e la continua interrogazione.