Brevissimo abbozzo di bibliografia taurina in Italia

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Lo sappiamo. Tra le migliaia di titoli disponibili in spagnolo, francese e inglese, pochi sono i libri a tema taurino leggibili in italiano. A parte ovviamente Hemingway, Leiris, Bataille, Cocteau, Caillois, Ortega y Gasset, Lorca, Vargas Llosa, e tutti gli altri classici che in modo diretto o incidentale hanno parlato della corrida, troviamo in italiano Fernando Savater, Tauroética (Madrid, Ediciones Turpial, 2010; trad. it. Tauroetica, Roma-Bari, Laterza, 2012) e José Bergamin, El arte de birlibirloque – entendimiento del toreo (Madrid, Plutarco, 1930; trad. it. L’arte del toreare e la sua musica silenziosa, Milano, SE, 1992). Tra gli italiani si leggono pagine sporadiche, ma a volte bellissime, in Edmondo De Amicis (Spagna, 1873), Ugo Ojetti (Cose viste, 1924), Mario Praz (Penisola pentagonale, 1928), Filippo Tomaso Marinetti (Spagna veloce e toro futurista, 1931), Emilio Cecchi (Messico, 1932). Opere vere e proprie sono Max David, Volapiè. La Spagna torera dal Cid al Cordobés (Milano, ELI, 1955) e il romanzo-saggio di Matteo Nucci, Il toro non sbaglia mai (Milano, Ponte alle Grazie, 2011), mentre testi di appoggio sono Roberto Del Miglio, Storia della tauromachia. Dalle origini alle odierne corride (Seveso, Laser, 2000) e Gherardo Casaglia, Manuale di tauromachia. Breve guida per un futuro “aficionado” (Bologna, Lo scarabeo, 2007). Per misurare invece un macroscopico caso di perdita della memoria, vale la pena leggere Giorgio Ponticelli, La tradition tauromachique en Italie, du 12e siècle à nos jours (Nîmes, Union des bibliophiles taurins de France, 1997). D’ambito più strettamente accademico, esistono in Italia alcuni contributi inediti: Alessandro Bertirotti, L’eroe denegado. Appunti per una interpretazione semiologica della fiesta de toros e del baile flamenco (Dispense del Laboratorio di antropologia, Firenze University Press, a.a. 2001-2002), Barbara Vaschetti, La corrida nella letteratura costumbrista (tesi di laurea, relatore Luis De Llera, Università degli Studi di Genova, a.a. 2005-2006), Maddalena Badalì, L’altra tauromachia. Uno sguardo di profilo (tesi di laurea, relatore Matteo Meschiari, Università degli Studi di Palermo, a.a. 2009-2010), Gaia Butticè, La corrida oggi. Indagine netnografica (tesi di laurea, relatore Matteo Meschiari, Università degli Studi di Palermo, a.a. 2013-2014).

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(Modena, 1968) è antropologo e scrittore, oltre che aficionado. Ha visto la sua prima corrida ad Arles, il 9 aprile 2004: Javier Sánchez Arjona per Enrique Ponce, El Juli, José Mari Manzanares. matteomeschiari@uominietori.it

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