Picasso e Dominguín a Noto

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In questi giorni, a Noto, presso il Convitto delle Arti – Noto Museum, è aperta una mostra
assolutamente sorprendente sul genio poliedrico di Picasso.
Sorprendente perché un’ampia sezione è dedicata alla prolifera passione del pittore spagnolo per la tauromachia e, nel momento più critico da sempre per le corride e per il mondo dei tori, si tratta di un’autentica rarità.
Non è però una rarità che questo avvenga in Sicilia, dove una certa hispanidad ha messo da secoli radici.

Oltre ai dipinti a olio, alle gouaches, ai collages e ai disegni che testimoniano le passioni più profonde e durature dell’artista scopriamo, in una grande sala, le 27 acquetinte che compongono la serie ‘Tauromachia’ del 1959. Qui, come una sorta di regalo per il visitatore aficionado, un traje de luces indossato da Dominguín negli anni ‘60 è suggestivamente illuminato. Circondato dalle 27 opere in bianco e nero su sfondo rosso cupo, osservandolo si ha l’impressione di respirare almeno un soffio di quella sacralità assolutamente spagnola che domina all’interno di una Plaza de Toros.
Del resto, se esiste un modo per preservare l’infinita ricchezza della corrida, questo passerà sicuramente soprattutto attraverso l’arte che ancora ci continua a parlare di tori e toreri, appassionati, visioni, ulluminazioni e speranze. Tutto quello che Picasso ci ha lasciato in eredità, anche attraverso la grande amicizia con Dominguín. 

Chiude il percorso espositivo una collezione di ceramiche dipinte dal Maestro tra cui i celebri piatti tondi chiamati “plats espagnols” raffiguranti scene di corrida stilizzate.

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