Miura regola le corna dei suoi tori

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L’Adac, l’Associazione degli Aficionados di Céret che gestisce la programmazione e la realizzazione della féria catalana, come ogni anno affida a un laboratorio indipendente l’analisi delle corna dei tori combattuti nei suoi spettacoli: questo moto di trasparenza e serietà è ancor più ammirevole se si considera la mancanza di rispetto che il pubblico taurino patisce un pò ovunque, vessato dalle scelte di quel mundillo nelle cui vene scorre sempre meno afición. Last but not least, Céret essendo arena di seconda categoria i suoi impresari sarebbero dispensati da questo lavoro di indagine e dalla sua pubblicazione, ma la serietà e l’intransigenza dell’Adac è risaputa e dunque al termine di ogni stagione i suoi membri danno mandato a veterinari professionisti di procedere allo studio delle appendici di tori di ogni corsa, permettendo loro di scegliere liberamente i capi da esaminare e rendendo accessibili a chiunque gli esiti del controllo. I risultati di questi esami dunque sono stati pubblicati oggi: non ci addentriamo nelle questioni più tecniche e per queste rimandiamo, per chi lo volesse, alla lettura del dossier (anche in castellano). E’ invece interessante e significativo scorrere le conclusioni a cui arrivano gli esperti e che l’impresa espone e commenta.

La sorpresa per la mancanza di sostanza rilevata nelle corna dei due Raso de Portillo, i cui esemplari non hanno evidenziato in pista alcun incidente alle sciabole, è stata confortata dalle ragioni portare dagli esperti: per i novillos, soggetti ancora nella fase dello sviluppo, non è possibile addivenire a conclusioni precise visto lo stato di crescita che le corna ancora patiscono. Lo splendido lotto presentato da Saltillo è esente da sospetti, e l’unico difetto rilevato dai veterinari è giustificato da un sinistro occorso in pista al primo toro del pomeriggio. Nessun dubbio nemmeno sul sestetto di Escolar, ganaderia feticcio per l’arena catalana, e che da sempre offre tori integri e vergini.

Rimane la corrida di Miura. L’Adac, che quest’anno festeggiava il suo trentennale, aveva stabilito di omaggiare sé stessa e il suo fedele pubblico proponendo in apertura del ciclo celebrativo l’allevamento più mitico di tutta la storia della tauromachia. La scelta aveva generato a suo tempo numerosi interrogativi, si sa che non è certo Céret l’arena in cui la blasonata casa di Zahariche possa decidere di inviare il lotto migliore, ma non c’è un solo appassionato al mondo che riesca a resistere al fascino e al richiamo della A con le orecchie, e il solo leggere quel nome sul programma della féria aveva fatto illudere e salivare tanti. Miura, dunque. Chi era quel giorno sui gradini ricorderà per molto tempo lo scandalo di quei tori vergognosamente arrangiati, dalle corne ridicolmente normalizzate e presto esplose al primo contatto con le assi. Bene, ora quegli aficionados sanno di non essersi sbagliati: l’Associazione nel suo comunicato non usa certo metafore e va dritta al punto. Corna ritoccate per cinque tori. Il barbiere ha avuto la mano pesante con tre esemplari, ai quali sono state manomesse entrambe le aste, e solo un poco più leggera con gli altri due che hanno avuto diritto a uno sconto del cinquanta per cento. In soldoni, chez Miura si mette mano alle corna dei tori.

Onore all’Adac per tanta trasparenza e tanto coraggio, con un ringraziamento per l’opera di continua e tenace difesa di una fiesta integra e vera.

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