Il 24 luglio scorso, a Orthez, comune francese della Nuova Aquitania, un novillero ha ricevuto l’alternativa dalle mani di Octavio Chacón e è diventato matador de toros. Non sarebbe una notizia degna di nota se questo novillero non si chiamasse Francisco Montero e non avesse alle spalle una storia che gli aficionados ben conoscono e che merita di essere raccontata a chi segue con meno attenzione le vicende del mondo taurino. Del resto, la tauromachia è un’arte che sa ancora illuminare storie antiche, storie di sogni, di vite pericolose, di eroi.
Francisco Montero è un ragazzo di Chiclana de la Frontera (Cádiz) che ha sempre sognato di farsi torero. Dopo una lunga gavetta, nel 2017, a 25 anni, arriva il primo traguardo: il debutto in una novillada con picadores. Poi il vuoto. Gli organizzatori di novilladas non gli offrono opportunità perché non ha toreato abbastanza, e qui ci troviamo davanti al classico cortocircuito che ostacola ogni carriera taurina: per toreare, infatti, servono soldi: per poterti esibire nelle arene, e farti notare, devi pagare gli impresari, almeno all’inizio. E Francisco, come tanti suoi omologhi, di soldi non ne ha. Cosa fare, allora?
La via antica è ancora quella che viene seguita oggi in condizioni di estrema necessità e estremo bisogno. Francisco decide di entrare nel circuito delle capeas, corride improvvisate che si svolgono nelle feste dei villaggi con tori ritenuti non adatti per le corride ufficiali. Si tratta di animali vecchi, enormi, molto intelligenti, spesso già toreati e quindi in grado di capire l’inganno della muleta, puntando direttamente al corpo dell’uomo. Mettersi davanti a tori così è molto pericoloso, richiede estremo coraggio. Ma Francisco lo fa, decidendo di provare il tutto per tutto e giocarsi la vita per dimostrare al mondo che può essere torero, che merita di vestirsi di luci.
I video delle esibizioni di Francisco, in particolare quello della sua capea a Ciudad Rodrigo, cominciano a girare per il web. L’afición di tutto il mondo lo vede accettare il confronto con qualsiasi bestia entri nell’arena, fosse anche un toro di 600 chili che non sfigurerebbe in una corrida a Madrid, e gli riconosce talento, arte e coraggio. Gli impresari non possono più ignorarlo, se non altro perché la sua storia comincia ad attrarre gli aficionados e la sua presenza in una novillada può garantire una buona affluenza di pubblico. Il 29 giugno 2019 Montero è in programma a Boujan-sur-Libron per toreare una novillada di Antonio Silva. Il sogno comincia a concretizzarsi. A Boujan arrivano un trofeo e una vuelta al ruedo. Nel 2019 Montero combatte 9 novilladas, tra cui spicca quella a Las Ventas in cui è stato applaudito a scena aperta per la sua prova con i tori di Saltillo.
Il 2020, anno in cui la stagione taurina è resa difficile dalla pandemia, è quello della consacrazione come novillero: a febbraio è annunciato nel cartel di Ciudad Rodrigo con tori di Esteban Isidro. Solo un anno prima Francisco era nella città castigliana come un semplice maletilla e ora vi ritorna, finalmente vestito di luci (alcuni dei magnifici pluripremiati scatti di Jordi Cohen qui, n.d.r.). Dopo aver dedicato il suo unico toro agli antichi compagni di strada maletillas, conquista il premio delle 2 orecchie, e loro, con la fedeltà gloriosa tipica dei fagottini (questo il significato letterale di maletillas, lo portano in trionfo fino al suo hotel. Una grande storia dal sapore antico.
La stagione di Francisco prosegue a Beaucaire (toros del Conde de la Cortee Dolores Aguirre), Anover de Tajo, Dax (Pedraza de Yeltes), Herrera del Duque. Fa sue 7 orecchie in 5 serate, caratterizzandosi come un novillero da corride dure e, per questo, amato soprattutto in Francia.
Nel 2021, 12 corride e 8 orecchie, spicca la sua presenza nelle mitiche corride toriste di Céret (encerrona, corrida come unico matador, con 6 tori di vari allevamenti) e Cenicientos (tori di Raso de Portillos e Los Maňos).
Il 2022 di Francisco inizia il 7 luglio a Madrid, la capitale della tauromachia mondiale, dove torea un toro di Saltillo e un Fuente Ymbro. E si arriva così al giorno dell’alternativa, sognato dal giovane torero più di ogni altra cosa al mondo. L’appuntamento è a Orthez, in quella Francia che sempre più dimostra di amare le corride dure e i toreri in grado di lidiarle. Certo, prendere l’alternativa a Orthez non è come farlo a Sevilla o a Madrid, ma ad aspettare Montero ci sono un toro di Montevejo (allevamento di Victorino Martin) e un Dolores Aguirre, entrambi di superbo trapÍo. Le cronache raccontano di una faena eroica con il Dolores Aguirre, che riceve 3 puyazos, abbattendo il cavallo (insieme a uno dei picadores più acclamati Gabin Rehabi) al secondo. Montero, vedendo le qualità del toro, sceglie di esibirsi in prima persona nel tercio de banderillas, ma riceve un duro colpo in pieno petto che lo fa volare in aria e piombare violentemente a terra. Rientrato dall’infermeria, riprende la lidia vestito solo della camicia insanguinata, con costole rotte e diversi ematomi, uccide il toro solo alla terza stoccata ma riceve il premio di un’orecchia per il coraggio dimostrato e il suo toreo de verdad. Vuelta al ruedo per il toro, di nome Carafea.
Nel suo esordio come matador de toros Francisco ha confermato il suo entusiasmo, la sua dedizione al toreo e la sua voglia di conquistarsi un posto nel firmamento taurino. La parte più difficile della storia comincia ora, ma la vicenda del maletilla che sogna di essere torero, e arriva dove nessuno avrebbe immaginato, merita certamente di entrare negli annali dei classici.