Fra gli aspetti della tauromachia che la pandemia ha rimesso completamente in discussione c’è l’importanza delle tv nell’arena.
Sappiamo tutti quanto la questione sia aperta. La diretta televisiva di una corrida non può restituire l’effimera bellezza che è il cuore dell’arte, proprio come non accade in teatro, all’opera, o in altre dimensioni artistiche dominate da un’intrinseca volatilità.
Tuttavia, recentemente, da più parti ci si è domandati se non sia il caso di essere un poco più laici e semmai di considerare con attenzione quell’intransigenza purista, manifestata per esempio da un torero come José Tomas, forse controproducente in un momento tanto delicato per i tori.
In un articolo di Carlos Bueno apparso su Burladero, è stato sottolineato come la recente presenza della questione taurina sulla stampa internazionale non legata al trito tema animalista sia dovuta essenzialmente al potere della tv.
“Andrés Roca Rey è stato protagonista di un ampio servizio sulla rivista Cosas, una delle più importanti del Perù, che solo pochi giorni fa ha dedicato al torero alcune pagine insieme a un originale servizio fotografico. Anche Forbes, gazzetta americana specializzata nel mondo della finanza, ha intervistato Octavio García “El Payo”. Settimane prima, Paris Match – una delle testate giornalistiche più prestigiose d’Europa – aveva fatto lo stesso con la rejoneadora Lea Vicens, che è apparsa anche in una doppia pagina del National Geographic e nel settimanale Hola, tra le altre testate”.
Testi lontani non soltanto dalle polemiche antitaurine ma anche dal gossip sulla vita privata dei toreri e incentrati esclusivamente sulla loro dedizione alla professione. “È proprio ciò di cui ha bisogno la tauromachia visibilità, normalizzazione in una società che troppo spesso vede il torero come un emarginato che deve restare nascosto”.
La speranza che una nuova era per la tauromachia sia lì lì per aprirsi è condizionata dalla possibilità che “sia trattata con rispetto e buona educazione, cosa che, prima di tutto, manca alle autorità politiche, più interessate all’uso dei tori a fini elettorali che alla difesa della legalità e a garantire che i diritti di tutti i cittadini siano rispettati indipendentemente dalla loro ideologia e dai loro gusti”.
Combattere l’ignoranza è decisivo. E la divulgazione è indispensabile. “La televisione in chiaro gioca un ruolo decisivo in questo senso. I canali autonomi Castilla-La Mancha, Canal Sur, Telemadrid, Castilla-León e Extremadura TV trasmettono tori con un pubblico molto più alto della media di ciascuna emittente, qualcosa che dovrebbe servire da avvertimento ai proibizionisti”.
Nella temporada che verrà molte sono le possibili novità. Si dice che la sfida di Morante sia raddoppiare le sue performance nelle capitali e nelle principali ferias, il che “significherebbe una maggiore presenza sul piccolo schermo. Al contrario, è garantito che Alejandro Talavante prepari una nuova stagione senza essere teletrasmesso.”
Ciascuno sceglierà la sua strada, ma la possibilità di rendere almeno minimamente comprensibile un’arte tanto ricca e complessa non dovrebbe essere perduta.
(traduzioni di Angelo D’Ambra)