La canzone di Manolete

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Il 4 luglio 1917 nasceva Manolete. In una Spagna lontana dai campi di battaglia nei quali il mondo si straziava, ma scossa nelle sue fondamenta da inquietudini che l’avrebbero presto lanciata nel mattatoio della Guerra Civile, venne alla luce l’idolo popolare della tauromachia del Novecento, simbolo di tragedia e grandezza. 

Cordoba fu la sua culla. Si formò alle escuelas taurinas di la Venta de Vargas, Montilla e di Bujalance e vestì il suo primo traje de luces nella città natia in una novillada notturna del 12 agosto del 1933, ad appena sedici anni. Si consacrò come figura della fiesta a Siviglia, dove ricevette l’alternativa il 2 luglio del 1939 sotto gli occhi del padrino Chicuelo, ma fu a Barcellona che toreò di più, in ben settanta corride contro le trentaquattro di Valencia, le ventisei di Madrid, le tredici della sua Cordoba.

In cinquantaquattro occasione affrontò tori nelle arene americane (Colombia, Perù, Venezuela e Messico), in sette in Portogallo (Lisbona ed Evora). Nell’arco di sette anni, fu trafitto quattordici volte da incornate, compresa quella fatale nella plaza de toros di Linares, il 29 agosto 1947.

A centocinque anni dal giorno della sua nascita, ricordiamo el Cuarto Califa del Toreo con le parole di Raoul Maria de Angelis, che lo vide toreare a Santander, e ne scrisse in Amore di Spagna: “…C’è una canzone su Manolete matador de toros. Manolete è per la Spagna un eroe. Manolete ha il corpo e la grazia di una prima ballerina dell’Opera; il suo gioco prende alla gola; il toro con la punta di un corno sfiora sempre la coscia di Manolete, che ritrae il ventre col respiro e fa sventolare la cappa sul dorso dell’animale, senza muoversi, con l’eleganza di uno schermidore che abbia parato un colpo sempre nuovo. 

C’è una canzone su Manolete. Donne e uomini cantano la canzone di Manolete. Manolete gioca con la morte, invece che con le corna del toro; Manolete chiama il toro, lo domina con lo sguardo, la voce, la cappa. Della cappa si ammanta come un eroe, o come un re. Il sole splende sulla cappa di Manolete. Il suo occhio di falco affascina il toro e le belle che cantano in coro la canzone di Manolete. La morte del toro cade ai piedi di Manolete, appena un po’ pallido. Giro d’onore per Manolete. 

Lancio di cappelli e di fiori per Manolete. Musica per Manolete… (Due giorni dopo, Manolete è morto, ucciso da un toro in agonia: gli hanno portato le orecchie del toro in segno di onore per la sua valentia; ma le orecchi del toro non lo hanno salvato dalla morte. Era un toro superbo: tuttavia Manolete ne aveva uccisi di più indomiti)”.

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