Cronache bestiali

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B. Horvat / AFP

Si chiama così, “Cronache bestiali”, la sezione che Il Fatto Quotidiano online dedica agli argomenti di natura animale, notoriamente sempre più di moda fra i lettori. Un video, qualche breve spiegazione e ecco fatto il clic, la pagina, le visualizzazioni. Così funziona internet. Niente di meglio poi se la notizia è speciale come quella pubblicata dopo la corrida di Pasqua celebrata a Arles. Il quotidiano, noto per la costante indignazione contro la cattiva stampa e le fake news, titola come segue: “Il toro lo incorna dove fa più male e lo sbalza come un birillo. Il torero francese risparmia la bestia”

Niente di più interessante per lettori golosi di “Animalia”. Il titolo lascia intendere infatti che l’animale abbia ferito il torero e per questo si sia meritato la salvezza. Il superficiale difensore della bestia non vede l’ora di trovare conferma di un’idea comunissima: la corrida è una gara e se il toro vince si salva. Chi ne sappia qualcosa spera invece che il titolista si sia fatto prendere la mano e che nelle quattro righe seguenti sia possibile scoprire la verità. Purtroppo non sono quattro generiche righe ma precisamente sette le righe che scoppiano di errori, incompetenza, ignoranza, incapacità del benché minimo controllo delle fonti.

Andy Younes ha vent’anni. Questa è l’unica verità del breve pezzo a didascalia del video. Video che mostra quella che chiunque sappia qualcosa di corride è una comunissima voltereta, ossia il corno del toro che non ferisce il torero ma lo solleva da terra e lo fa volare per aria. Conseguenze in questo caso nulle. Solo spavento. Ma l’anonimo articolista non indulge e ci descrive il caso come un’incornata al posteriore. Ne capitano eccome di cornate del genere. Sono spesso molto pericolose. Ma certo non costituiscono una figuraccia, come ci dice il nostro. Il quale allora fa una ricerca su internet e sbaglia ancora. Sostiene che Younes era stato ferito a Madrid a entrambe le cosce ma bastava leggere il bollettino medico: coscia sinistra, trauma cranico, caviglia destra.

Dopodiché, ciliegina sulla torta, ecco la conclusione. “Dopo la figuraccia rimediata nella sua città natale, come vuole la tradizione, Andy ha risparmiato la bestia, rispedendola nella fattoria dove è stato allevato”. Ossia la perfetta conferma della bestialità del titolo corroborata dalla forza della “tradizione”, cui si aggiunge un’altra completa inesattezza: ossia che il toro che ha colpito Younes sia stato indultato. La verità è che (non senza polemiche) il toro indultato da Younes domenica è stato il sesto e non il terzo (quello della voltereta). Il toro rispedito nell’allevamento, nome Lastimoso, non era nero ma marrone, un “colorado” come si dice in gergo. E si è conquistato la salvezza non colpendo il torero ma facendo con lui una grande corrida (benché come ho già detto molti appassionati presenti fossero in completo disaccordo con la decisione).

Per chi non sappia nulla dell’indulto occorre ripetere che il toro lo conquista mostrando durante la corrida qualità inaspettate e sconosciute al suo stesso allevatore. Qualità che vengono stabilite teoricamente durante i tre terzi della corrida, testando l’animale in ogni suo movimento, nel carattere, nella capacità di reagire e di migliorarsi costantemente durante i minuti della corsa. Il premio ha un significato che non ha originariamente nulla di simbolico. Il toro viene salvato perché possa tornare nell’allevamento a farsi semental, ossia stallone, toro riproduttore. Solo pochi sono gli esemplari che un allevatore elegge in quel ruolo. L’animale indultato esce dall’arena per andare a riprodursi e generare bestie che si possano rivelare almeno un poco meravigliose come il padre.

Non sarebbe bene conoscere queste quattro nozioni prima di pubblicare un tale concentrato di ignoranza e falsità? Non dovrebbe controllare, il giornale, che i suoi articoli seguano lo spirito a cui la testata s’immola contro la falsità e la menzogna dell’informazione? Non basta una brevissima ricerca su internet? No. Non importa nulla. Basta avere visualizzazioni e like. E cosa importa se si promuove ignoranza e menzogna. Nella fattispecie il pezzo – come mostra il fondo pagina – ha già raggiunto, nel momento in cui scrivo, 2.500 like su facebook (ossia un numero di lettori infinitamente maggiore) e 43 commenti. In nome della conoscenza. In nome della nostra cultura democratica e laica, fondata sulla capacità di vagliare i fatti e generare spirito critico. 

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Matteo Nucci (Roma, 1970) è scrittore, oltre che aficionado. Negli anni Novanta a El Espinar, durante una notte interminabile, vide vaquillas correre nella plaza. Era l'inizio della febbre tauromachica

1 COMMENTO

  1. purtroppo non possiedo il talento narrativo di Matteo, per cui mi limito a confermare tutto quanto espresso in qualità di testimone oculare. solo due precisazioni:
    1- la voltereta di Younes ha comunque lasciato un paio di pesanti contusioni al ragazzo. ci è voluto un po’ perchè si riassestasse, ma questo, come detto da Matteo, nulla ha a che fare con l’indulto successivo.
    2- rispetto all’indulto in sè, mi schiero dalla parte di quelli che lo hanno ritenuto inappropriato. Certo, Lastimoso si è rivelato un buon toro in seno ad una serie di capi piuttosto deludenti che hanno calcato l’arena nel weekend pasquale, ma questo non giustifica la decisione presa dal presidente. Anche e soprattutto a tutela e difesa del movimento tutto. Questo tipo di scelte aiutano a spostare il mundillo sempre più verso lo spettacolo “turistico/circense” che alimenta le fake news di cui sopra.

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