Soccorrere un asino

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Mentre, giorno dopo giorno, veniamo abituati all’idea della guerra, l’animalismo antiumanista trionfa, manifestandosi come il paradigma di una malattia dello spirito, la vera malattia dell’Occidente.

Inutile prendersela con la violenza e l’integralismo che negli ultimi anni, progressivamente, si sono scatenati contro le voci fuori dal coro di chi ha considerato il fanatismo antispecista un fenomeno pericoloso, proprio per la sua portata antiumanista.

Oggi gli esempi concreti raccontano da sé ciò che ormai è diventato parte della nostra cultura. I casi sono innumerevoli. Ma a volte ci imbattiamo in momenti talmente pieni di portata paradigmatica che è impossibile non fermarsi a osservarli e contemplarli. Ne racconterò due.

Poche settimane fa ha circolato la notizia degli asini di Gaza, animali stressati psicologicamente da oltre due anni di genocidio. Ebbene, in Germania hanno aperto le porte a nove esemplari per soccorrerli e prestare le cure adeguate. Al tempo stesso, però, le porte sono ben chiuse per i bambini mutilati o malati che necessitano di ospedali moderni e medici dotati degli strumenti migliori. Ai bambini palestinesi l’ingresso è semplicemente e tassativamente negato. Non è bastato dover certificare l’uccisione di – in media – trenta minori al giorno per due anni. Non basta ora dover ammettere che, con questa pausa del massacro, se ne uccidono “soltanto” – in media – due al giorno. Quelli che sopravvivono non hanno un futuro in Germania. Gli asini invece sì.

Più leggera invece la notizia che arriva dalle nostre pubblicità natalizie. Perché se la guerra è davvero così imminente, se la terribile Russia è pronta a invaderci, tanto che è necessario investire, pagare, spendere per il riarmo da guerra mondiale, anziché per ospedali e scuole, be’ però nel frattempo è Natale e occorre distrarsi e godere. E dunque sul mercato il pezzo forte di queste feste è il Canettone, il panettone per cani.

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Matteo Nucci (Roma, 1970) è scrittore, oltre che aficionado. Negli anni Novanta a El Espinar, durante una notte interminabile, vide vaquillas correre nella plaza. Era l'inizio della febbre tauromachica

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