Victorino Martín Andrés è morto ieri nella sua fattoria di Portezuelo, Caceres, a ottantotto anni. È stato il più importante allevatore di tori da combattimento della seconda metà del Novecento. Rivoluzionario, integro, creativo, austero e spiritoso allo stesso tempo, ha dato un’impronta decisiva all’evoluzione della corrida moderna.
Chi non sappia nulla di corrida ignora che nel linguaggio corrente si dice “andiamo ai tori” e che per specificare il tipo di corrida si nomina spesso più l’allevamento che il torero. Per i tori di Victorino Martín si è sempre detto semplicemente “vado ai Victorino”.
Coerente all’idea che la bellezza e la grandezza del rito tauromachico sta nella difficoltà e nell’integrità dell’animale, Victorino ha saputo tenere duro in tempi di progressivo accomodamento. E tuttavia i suoi tori, terrore per molti toreri, hanno contribuito anche a opere d’arte immense, smentendo il detto per cui se il toro è duro c’è solo lotta e se c’è il toro semplice c’è solo arte.
C’è una data precisa per stabilire quando il mondo del toro cambiò per sempre. È il primo giugno 1982 e i tre toreri nell’arena di Las Ventas a Madrid sono Ruiz Miguel, Luis Francisco Esplá e José Luis Palomar. Trionfano tutti assieme e escono dalla pista portati sulle spalle assieme al piccolo immenso uomo che ha permesso il loro successo dando vita a animali unici. È lui, Victorino. La corrida, trasmessa in tv, viene ribattezzata semplicemente “la corrida del secolo” e potete vederla qui, godendo di un momento indimenticabile.
Era nato a Galapagar come il più grande torero degli ultimi decenni, José Tomás, suo nipote. Certo la durezza dell’infanzia e dell’adolescenza contribuirono a creare in lui l’idea di animale cui è rimasto sempre fedele. Nel 1936, suo padre venne fucilato a Paracuellos. Seguirono decenni di lavoro fino all’esplosione della creatività quando, acquistato un lotto di tori duri di Escudero Calvo, cominciò a realizzare il suo sogno. Si dice che l’allevatore crea animali a sua immagine e somiglianza. Uno fra i tanti indimenticabili fu certo Belador, l’unico esemplare che sia mai stato indultato a Madrid. Tornò negli allevamenti di Victorino nel luglio del 1982. Come altri undici esemplari fra cui Cobradiezmos, indultato a Sevilla nel 2016. Vedere questi animali mentre corrono e fanno ciò per cui sono nati – ossia lottare – è il premio più bello da offrire a chi stia entrando nel paradiso torero.
Grazia e virilità innegabili, molto su cui riflettere.
Wow è un sito bellissimo!!! grazie da un’aficionada di Milano(Victorino…ci ha lasciato un grande….)
Semplicemente grazie !!!!
Ho la fortuna di averlo conosciuto ancor prima di essere ganadero, una conoscenza che si trasformò in amicizia e ancor più con suo figlio con il quale ho passato la domenica precedente al decesso, per il debutto de “los victorinos” en la Plaza de Yecla. Grande uomo e le tue parole se le merita tutte. Grazie per avergli dedicato uno scritto di grande sentimento.